C’è un momento, all’inizio di ogni progetto in ambito sanitario, in cui le scelte tecniche diventano anche scelte di visione: non solo come mettere in sicurezza un edificio complesso, ma come far convivere i requisiti della cura con quelli della prevenzione: la nuova guida INAIL 2025 dedicata alla prevenzione incendi nelle strutture sanitarie entra esattamente in questo varco e lo allarga, mettendo in mano a progettisti e gestori uno strumento che riassume norme e adempimenti, oltre a mostrare, con un caso reale, come cambiano gli esiti progettuali se si percorre la “via tradizionale” oppure quella del Codice con la sua Regola Tecnica Verticale V.11. Non è un compendio astratto, ma un documento operativo in cui un ospedale esistente viene ripensato e ampliato confrontando, passo dopo passo, gli effetti delle due impostazioni normative: è un approccio concreto, quasi un laboratorio, che rende immediata la ricaduta pratica delle scelte fin dall’impostazione del progetto, dal budget agli oneri gestionali futuri.
Da una parte abbiamo la regola tecnica storica del D.M. 18 settembre 2002 (poi aggiornata nel 2015), dall’altra il Codice di prevenzione incendi con la sua sezione orizzontale e la V.11 dedicata proprio alle strutture sanitarie. La guida ricorda anche la logica del doppio binario, quella coesistenza in cui il Codice non spazza via le regole tradizionali, ma offre una strada alternativa e compiuta: una volta scelta, va seguita fino in fondo, senza ibridi, perché i due mondi non sono complementari.
È qui che il documento fa la differenza: mostra con numeri e spazi cosa significhi optare per una via o per l’altra, mettendo sul piatto la maggiore flessibilità del Codice (con la possibilità di impostare soluzioni alternative in luogo di complesse istanze di deroga) e i diversi carichi gestionali che deriveranno poi al responsabile dell’attività: è il disegno stesso dell’ospedale che può cambiare, dal modo in cui si articolano i reparti fino alla gestione dell’esodo in emergenza.
Per capire quanto sia concreto questo salto di paradigma basta seguire il caso studio scelto dalla guida: un ospedale inaugurato nel 2010, con 274 posti letto distribuiti tra ricovero ordinario e day hospital, undici reparti di degenza, cinque sale operatorie, diagnostica, ambulatori e grandi aree d’attesa. Una macchina complessa anche nella verticalità: ventuno corpi scala, cinque montalettighe antincendio e ventotto ascensori suddivisi tra pubblico e servizio. Dentro questo organismo, la progettazione antincendio non è un accessorio, ma la grammatica stessa che governa percorsi, compartimentazioni, scelte impiantistiche e strategie di gestione dell’emergenza: la guida fa vedere come, cambiando cornice normativa, cambino i margini di manovra e, spesso, le soluzioni ottimali.
Sul piano normativo, il riferimento che ha spalancato la porta a questa impostazione prestazionale è l’introduzione della V.11 “Strutture sanitarie” nel Codice, approvata con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 aprile 2021: obiettivi di sicurezza, strategie d’esodo, gestione del rischio vita e integrazione tra misure passive e attive in un quadro coerente e modulare.
E’ un cambio di postura: si passa dall’elenco di prescrizioni da rispettare a un progetto per obiettivi, da dimostrare e documentare con metodo. E ciò si vede bene anche nella narrazione che accompagna la nuova guida su fonti di settore: si parla esplicitamente di evoluzione dalle regole prescrittive a obiettivi prestazionali, con attenzione al rischio vita, alla progressività dell’esodo orizzontale (cruciale quando si ha a che fare con pazienti non deambulanti o in terapia) e a sistemi di gestione dell’emergenza che includono l’allarme vocale, cioè la capacità dell’edificio di “parlare” agli occupanti in modo chiaro e diretto durante un evento. È un paradigma che valorizza la specificità sanitaria: i tempi e i modi dell’evacuazione non possono essere quelli di un ufficio o di un centro commerciale, perché qui l’evacuazione è spesso un trasferimento assistito, per tappe, entro compartimenti sicuri.
Nel mondo sanitario, la prevenzione incendi non è una compliance da chiudere a fine progetto, ma un fattore di qualità del servizio: la guida INAIL insiste sul fatto che la scelta del percorso normativo condiziona tempi, costi e soluzioni e invita i progettisti a una valutazione preliminare di fattibilità che tenga insieme obiettivi clinici, disponibilità economiche e sostenibilità gestionale. In pratica, la sicurezza antincendio diventa una componente della pianificazione strategica dell’ospedale, con ricadute sulla continuità delle cure e sull’affidabilità del sistema nel suo complesso.
La disciplina tradizionale per le strutture sanitarie ha il suo asse nel D.M. 18 settembre 2002 e negli aggiornamenti introdotti con il D.M. 19 marzo 2015, che hanno affinato il corpus prescrittivo per progettazione, costruzione ed esercizio di ospedali e cliniche: è un impianto solido, costruito su misure puntuali e dettagli tecnici; il Codice, con la V.11, non lo cancella, ma offre una strada diversa, più flessibile e orientata agli obiettivi. La guida INAIL, mettendole a confronto sullo stesso edificio, dà finalmente al progettista la possibilità di vedere come queste due filosofie si traducono in spazi, impianti, procedure e responsabilità.
Alla fine, la domanda che la guida ci lascia è molto pratica: quale strada conviene scegliere, qui e ora, per questo ospedale concreto, con questi reparti, questo budget, questi vincoli edilizi e impiantistici?
Non esiste una risposta universale. Esiste, però, una responsabilità progettuale che la guida aiuta ad esercitare con più lucidità: definire gli obiettivi di sicurezza a partire dal profilo reale dei pazienti e degli operatori, selezionare la strategia d’esodo compatibile con l’assistenza, integrare misure passive e attive in un organismo vivo e, soprattutto, progettare la gestione. Perché la prevenzione incendi in sanità non finisce con il collaudo: vive nella formazione del personale, nelle esercitazioni, nella manutenzione scrupolosa dei sistemi e nella capacità di aggiornare le procedure quando l’ospedale cambia, cresce, si trasforma.
