A Portico e San Benedetto, nell’entroterra forlivese, l’intervento di potenziamento del serbatoio acquedottistico locale ha un impatto immediato e misurabile: la capacità di erogazione può arrivare fino a 150mila litri d’acqua al giorno, un salto di qualità che mette al riparo le comunità dall’intermittenza e stabilizza la pressione e la continuità del servizio nelle diverse stagioni.
A rendere possibile questo risultato è stato un investimento di circa 130mila euro, una cifra contenuta se paragonata ai benefici di lungo periodo in termini di affidabilità del servizio e riduzione delle perdite operative.
Ma la vera novità non sta solo nei numeri: il serbatoio è stato aggiornato con una gestione automatizzata e da remoto che consente di orchestrare in modo intelligente più fonti di approvvigionamento.
In pratica, il bacino di Portico può essere alimentato sia dal pozzo locale sia dalle sorgenti della Brenzica (o Brenziga, nella documentazione tecnica), integrando così risorse idriche di natura diversa e modulando i flussi in base alla disponibilità istantanea: ciò significa che, se una delle fonti entra in sofferenza per siccità o alterazioni stagionali, l’altra può subentrare senza ritardi, riducendo lo stress sul resto dell’acquedotto, inclusi i serbatoi di Bocconi e San Benedetto che sono parte dello stesso sistema di dorsali montane.
L’elemento chiave è la telemetria: il controllo remoto e gli algoritmi di regolazione permettono di bilanciare livelli e portate in tempo reale, prevenendo disservizi prima che diventino percepibili all’utente finale.
Per capire la portata di questa trasformazione bisogna guardare alla geografia idrica del territorio: la dorsale montana che serve Portico, Bocconi e San Benedetto si appoggia a un mosaico di fonti, ossia pozzi, campi sorgentizi, serbatoi in quota e condotte che corrono su tracciati spesso complessi.
Le sorgenti della Brenzica convogliano l’acqua in un decantatore comune e poi verso il serbatoio del Poggio a San Benedetto, mentre il pozzo San Pietro alimenta direttamente Portico: con il revamping, questi nodi non sono più linee parallele ma segmenti di una stessa regia, ovvero, in condizioni di siccità localizzata, ad esempio, il pozzo di Portico può contribuire a sostenere anche Bocconi, e viceversa il ramo Brenzica può alleggerire la domanda su Portico nei picchi estivi.
L’investimento, oltre a potenziare l’erogazione giornaliera, ha una valenza di sicurezza e qualità: un serbatoio moderno non è soltanto un volume di accumulo, ma è anche un nodo sensorizzato capace di misurare livelli, pressioni, torbidità e parametri di processo, di comunicare anomalie e anticipare interventi di manutenzione.
In un contesto appenninico dove le piogge possono arrivare concentrate e cariche di sedimenti, questa intelligenza operativa fa la differenza tra un servizio regolare e uno interrotto per ore: la riduzione dei tempi di reazione, la capacità di esclusione selettiva di tratti di rete, il controllo fine delle valvole e delle pompe diventano leve quotidiane per mantenere stabile la qualità dell’acqua erogata e per contenere gli impatti energetici della spinta in quota.
