19.12.2025
Serbatoio di gasolio per gruppo elettrogeno: meglio esterno o in locale tecnico?

Se si parla di gruppi elettrogeni diesel, la scelta che sembra più banale spesso decide la robustezza dell’impianto più della potenza del generatore: dove mettere il gasolio. Un serbatoio gasolio è una riserva energetica combustibile e, insieme, un elemento potenzialmente impattante sul piano ambientale e della sicurezza.

Partiamo da un punto fermo: il serbatoio deve restare utilizzabile quando serve davvero. In emergenza non c’è tempo di aggiustare una manovra, ripensare un accesso o gestire un odore di gasolio che invade un ambiente chiuso; e non c’è margine per scoprire che un riempimento è scomodo o rischioso. La collocazione incide direttamente su quattro aspetti: rifornibilità, sicurezza antincendio, manutenzione e qualità del carburante nel tempo.

Mettere il serbatoio all’esterno, di norma, è la scelta più lineare quando l’azienda vuole rendere la gestione più semplice e separare il combustibile dagli ambienti di lavoro: un serbatoio esterno può essere posizionato in modo da facilitare l’arrivo dell’autocisterna o del mezzo di rifornimento e l’accessibilità per ispezioni e manutenzione tende a essere migliore, perché si lavora con più spazio, si controllano più facilmente collegamenti e valvole e si riduce il rischio che una piccola perdita o una trasudazione si trasformi in un problema interno (odori, superfici scivolose, contaminazioni). Se l’obiettivo è avere autonomia reale e ripristino rapido delle scorte, l’esterno spesso vince perché dà logistica, visibilità e controllo. Ma l’esterno non è automaticamente più sicuro se viene scelto male: esso funziona quando il progetto mette al centro la gestione quotidiana, non solo il giorno dell’installazione.

L’installazione in locale tecnico, invece, nasce spesso da vincoli: mancanza di spazio esterno, necessità di protezione fisica, esigenze estetiche o di sicurezza per accessi non controllati. In alcuni casi il locale consente un impianto più pulito, protetto da urti e più vicino al gruppo, con tratte di tubazione più brevi. È una scelta che può avere senso soprattutto quando si lavora con serbatoi di servizio o configurazioni con day tank, dove il volume è più contenuto e la gestione è più controllata oppure quando il progetto del fabbricato prevede già spazi tecnici adeguati.

Il problema è che un locale tecnico non perdona gli errori: se la ventilazione è inadeguata, se i passaggi non sono comodi, se l’accesso per manutenzione è sacrificato, ogni attività diventa più complessa. E quando si deve rifornire, l’operazione deve essere pensata da subito: come arriva il combustibile, dove avviene il travaso, come si evita che il rifornimento attraversi aree sensibili, come si gestisce un eventuale sversamento accidentale in un ambiente chiuso. In un locale tecnico, una piccola anomalia può amplificarsi perché resta confinata: odori, vapori, residui, superfici bagnate. Non significa che il locale sia sbagliato, significa che richiede disciplina progettuale e impiantistica.

Ancora, un serbatoio esterno può subire più sbalzi termici: un serbatoio interno può ridurli ma, se il locale non è ben gestito, può diventare un punto in cui si accumulano condizioni sfavorevoli (umidità, scarsa aerazione, difficoltà di drenaggio e controllo). In entrambi i casi, ciò che conta davvero è che l’impianto consenta controlli periodici, eventuale drenaggio, accesso ragionevole per verifiche e un uso che mantenga il carburante vivo (rotazione, test, procedure). Un gruppo elettrogeno è affidabile quando il gasolio lo è.

Sul piano normativo, senza trasformare questa scelta in un labirinto, conviene ricordare due coordinate: la prima è che in Italia esiste una regola tecnica di prevenzione incendi per l’installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica, approvata con il DM 13 luglio 2011, che definisce criteri di sicurezza contro i rischi d’incendio ed esplosione per queste installazioni; la seconda è che, per l’assoggettabilità ai procedimenti di prevenzione incendi, l’elenco del DPR 151/2011 include i gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori endotermici di potenza complessiva superiore a 25 kW (attività 49). In pratica, la collocazione del serbatoio non si decide in astratto: si decide dentro un quadro di rischio e requisiti che dipendono anche da potenza, configurazione e contesto dell’impianto.

Infine, vale una distinzione che evita molti errori: se il serbatoio serve solo ad alimentare il gruppo elettrogeno è una cosa; se invece diventa anche punto di erogazione per rifornire mezzi aziendali, si entra nel mondo dei contenitori-distributori ad uso privato, disciplinati ai fini della prevenzione incendi dal DM 22 novembre 2017.

Esterno o locale tecnico non è una preferenza, è una soluzione che deve reggere nel tempo e la scelta giusta è quella che mantiene il gasolio disponibile, gestibile e sicuro quando la rete salta e l’azienda deve restare in piedi.