Il percolato è la linfa tossica delle discariche, una miscela di acqua carica di composti organici, metalli pesanti e patogeni, che si forma quando le acque meteoriche filtrano attraverso i rifiuti in decomposizione: contenere questo liquido pericoloso in appositi serbatoi è essenziale per prevenire la contaminazione di falde acquifere e suoli, rispettare normative ambientali sempre più stringenti e garantire la gestione sostenibile dei rifiuti.
Le soluzioni moderne per lo stoccaggio del percolato mettono in campo materiali altamente resistenti alla corrosione (vetro-fuso su acciaio, rivestimenti epossidici, acciaio inossidabile) e design modulari che ne semplificano trasporto, assemblaggio e manutenzione.
Il termine “percolato” definisce un liquido fortemente inquinato che si genera quando l’acqua piovana o di ruscellamento attraversa uno strato di rifiuti solidi, estraendone sostanze tossiche come ammoniaca, metalli pesanti e composti organici volatili: se scaricato in natura senza adeguato trattamento, il percolato può compromettere le falde acquifere e gli ecosistemi adiacenti, trasformando un’area di stoccaggio rifiuti in un grave rischio ambientale. Le normative internazionali e nazionali obbligano i gestori di discariche a dotarsi di sistemi di contenimento affidabili, in grado di trattenerne grandi volumi in sicurezza fino al trattamento.
I serbatoi dedicati allo stoccaggio del percolato hanno tre obiettivi fondamentali:
– Contenimento sicuro: evitare fuoriuscite e perdite che possano inquinare suolo e falde.
– Adeguamento normativo: garantire il rispetto di limiti di emissione e standard di sicurezza ambientale imposti da leggi e regolamenti.
– Gestione operativa: consentire il trasferimento controllato del liquido verso impianti di depurazione o sistemi di riciclo delle acque.
Nel complesso ciclo di gestione del percolato, questi serbatoi fungono da “cuscinetto” tra il punto di raccolta e il trattamento finale, proteggendo l’ambiente e offrendo flessibilità operativa agli operatori.
Le esigenze di resistenza chimica e durata spingono verso l’impiego di materiali e tecnologie avanzate:
1. Serbatoi Glass-Fused-to-Steel (GFS). I GFS uniscono la robustezza dell’acciaio alla resistenza alla corrosione del vetro fuso, applicato in uno strato continuo ad altissima temperatura (≥ 850 °C). Questo trattamento crea una superficie liscia, non porosa, che non assorbe né reagisce con il percolato, garantendo decenni di servizio con minime esigenze di manutenzione. Le strutture GFS sono certificate secondo standard internazionali come AWWA D103 e ISO 28765.
2. Serbatoi a rivestimento epossidico (Fusion Bonded Epoxy – FBE). I serbatoi FBE impiegano uno strato di resina epossidica fusa direttamente sulle superfici in acciaio, offrendo un’ottima barriera chimica e protezione dall’aggressione del percolato. Sono una scelta più economica rispetto ai GFS, pur garantendo elevata durata e facilità di riparazione in caso di danni superficiali.
3. Acciaio inossidabile. Per applicazioni con percolati particolarmente aggressivi, l’acciaio inossidabile offre una soluzione eccellente: elevata resistenza alla corrosione e ottima integrità strutturale. Sebbene il costo iniziale sia superiore, la sua longevità e la limitata necessità di interventi lo rendono vantaggioso nel lungo periodo.
4. Acciaio zincato e altre leghe. In contesti meno gravosi, sono impiegati anche serbatoi in acciaio zincato o leghe di alluminio, spesso abbinati a rivestimenti protettivi interni. Queste opzioni bilanciano resistenza e costi, ma richiedono controlli più frequenti sullo stato di corrosione.
Molti fornitori offrono sistemi modulari a pannelli imbullonati, che possono essere trasportati facilmente e assemblati in sito con semplici attrezzi: l’approccio consente di adattare le capacità di stoccaggio a esigenze variabili, ampliando il volume aggiungendo sezioni e le coperture, spesso a volta geodetica in alluminio o membrane flessibili, proteggono il liquido dagli agenti atmosferici e riducono i costi operativi legati all’evaporazione.
I serbatoi GFS, grazie al loro strato vetroso, possono superare i 30 anni di vita operativa senza interventi di riverniciatura o riparazione strutturale significativa, riducendo i costi di gestione e fermo impianto; i rivestimenti epossidici, sebbene meno durevoli, offrono un buon compromesso tra investimento iniziale e spese di manutenzione. Gli acciai inossidabili, infine, garantiscono la miglior performance anticorrosiva, ma con un impegno finanziario iniziale più elevato.
Le tecnologie di contenimento del percolato rientrano in un quadro normativo che include direttive europee (ad es. Direttiva Quadro sulle Acque) e regolamenti nazionali su rifiuti e acque reflue: l’obiettivo è ridurre il rischio di contaminazione ambientale e favorire il recupero delle risorse idriche, anche tramite impianti di depurazione avanzata e riuso del percolato trattato.