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25.07.2025
Il parco serbatoio della Ies di Mantova si arricchisce di sensori e tele‑livelli per un controllo in tempo reale

Sotto i tetti metallici del vasto deposito di strada Cipata, alle porte di Mantova, qualcosa è cambiato in silenzio: non si vedono turbine né betoniere, non si odono martelli pneumatici, eppure i grandi serbatoi della Ies (Italiana Energia e Servizi), la controllata italiana del gruppo ungherese Mol, si sono dotati di un cervello elettronico capace di misurare, registrare e trasmettere ogni singola variazione di livello e di temperatura del carburante custodito nei loro giganteschi ventri d’acciaio.

È il sistema Infoil, autorizzato ufficialmente il 18 luglio 2025 dall’Ufficio dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Mantova, che proietta lo storico polo logistico verso una gestione interamente digitale dei prodotti energetici.

La conversione dello stabilimento di Mantova da raffineria degli anni Sessanta a moderno centro di stoccaggio è iniziata oltre un decennio fa: nel 2007 la Ies è passata sotto il controllo di Mol Group, protagonista della scena petrolifera dell’Europa centro‑orientale, e dal 2015 il sito virgiliano è stato definitivamente trasformato in hub logistico, abbandonando le attività di raffinazione per concentrarsi sulla ricezione, custodia e distribuzione di benzina e gasolio.

Il deposito di strada Cipata, con una capacità di diverse centinaia di migliaia di metri cubi, è oggi tra i più importanti d’Italia per dimensione del parco serbatoi e assume un ruolo strategico nella rete di approvvigionamento del Nord, agganciandosi al corridoio padano che collega i porti adriatici e mediterranei ai mercati d’oltralpe.

Sebbene la sostanza che scorre nei condotti sia la stessa da oltre un secolo, la metodologia di controllo fiscale dei carburanti è cambiata radicalmente negli ultimi anni: con la determinazione del 31 luglio 2020 l’Agenzia delle Dogane ha stabilito che tutti i depositi fiscali con volume superiore ai 3.000 metri cubi debbano installare telemisure di livello e di temperatura su ogni serbatoio e collegarle a un sistema informatizzato in grado di comunicare in tempo reale con l’autorità di controllo.

Infoil è la risposta tecnologica a questa esigenza: ogni vasca della Ies è stata equipaggiata con un tele‑livello e un sensore di temperatura certificati metrologicamente. Il processo si completa fuori dal perimetro aziendale: un laboratorio terzo determina la densità del prodotto a 15 °C e carica i risultati su una piattaforma digitale che conserva i dati in forma immodificabile.

Alla fine di questa catena di misure, l’Agenzia delle Dogane può visualizzare, da remoto, la fotografia istantanea delle scorte e delle estrazioni, riducendo drasticamente ispezioni fisiche e margini di errore.

Dal punto di vista fiscale, il nuovo sistema significa registrazioni più tempestive, informazioni più complete e maggiore trasparenza: tutti i volumi movimentati vengono archiviati quasi in tempo reale; qualunque anomalia di livello, temperatura o densità genera un alert e può essere analizzata dagli ispettori senza attesa. Finisce così l’epoca dei block‑notes, dei sigilli meccanici e dei sopralluoghi notturni a sorpresa: il controllo diventa una dashboard, consultabile in pochi click.

Oltre alle finalità fiscali, si rafforza la sicurezza industriale: sapere con esattezza quanto prodotto è effettivamente presente in ogni serbatoio, e con quale temperatura, consente di calcolare di volta in volta il margine di sicurezza rispetto al massimo teorico e di prevenire fenomeni di sovrappressione, formazione di vapori o eccessiva dilatazione termica; i dati georeferenziati agevolano inoltre le squadre antincendio e di protezione civile, che possono disporre di un quadro immediato della situazione in caso di emergenza.

La trasformazione del deposito mantovano non è un caso isolato: rientra in un più ampio programma nazionale di digitalizzazione dei controlli sui prodotti energetici. L’autorità doganale sta spingendo le aziende del settore verso un modello data‑driven, dove la sorveglianza avviene tramite big data e analytics e non più soltanto con sigilli e verbali cartacei.

In un settore, quello dei carburanti, sovraesposto alle oscillazioni dei prezzi e all’evoluzione normativa, la capacità di fornire numeri certi e tempestivi non è più un optional, ma un prerequisito per rimanere competitivi: il deposito di Mantova dimostra che, proprio come accade per le auto che rifornisce, anche le infrastrutture dell’energia hanno bisogno di sensori, software e connessioni per viaggiare davvero nel ventunesimo secolo.