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30.05.2025
Napoli e il nuovo serbatoio di Capodichino

Nel centro pulsante di una delle città più affascinanti e complesse d’Italia, si sta scrivendo un nuovo capitolo della storia delle infrastrutture urbane: Napoli, metropoli millenaria che ha affrontato innumerevoli sfide nel corso dei secoli, si prepara ad accogliere una delle opere ingegneristiche più significative degli ultimi decenni, un monumentale serbatoio idrico interrato da 30.000 metri cubi nella zona di Capodichino, destinato a trasformare radicalmente la gestione delle risorse idriche cittadine.

ABC – Acqua Bene Comune Napoli realizzerà un nuovo serbatoio idrico interrato da 30.000 metri cubi nella zona di Capodichino, grazie a un finanziamento di 24 milioni di euro concesso nell’ambito del Programma Regionale Campania FESR 2021-2027: l’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di modernizzazione e potenziamento delle infrastrutture idriche regionali, confermando l’impegno della Regione Campania nel garantire standard elevati di servizio pubblico ai propri cittadini. L’intervento è uno dei più rilevanti tra quelli programmati dalla Regione Campania per il potenziamento delle infrastrutture idriche.

La portata di questo progetto diventa ancora più evidente quando si considera la sua dimensione umana: l’opera è destinata a migliorare significativamente la qualità della vita di oltre 300.000 napoletani, rappresentando una risposta concreta alle crescenti esigenze di una metropoli in continua evoluzione; non si tratta semplicemente di aumentare la capacità di stoccaggio dell’acqua, ma di costruire un sistema più resiliente, efficiente e capace di affrontare le sfide del futuro.

L’ammodernamento delle infrastrutture idriche e fognarie rappresenta una delle sfide più complesse per una città antica come Napoli, dove il tessuto urbano storico si intreccia con le necessità moderne in un equilibrio delicato che richiede soluzioni innovative e rispettose del patrimonio culturale esistente.

Il nuovo serbatoio rappresenta un tassello fondamentale per garantire la sicurezza e la continuità dell’approvvigionamento idrico per oltre 300.000 cittadini ed emerge dalla necessità di alleggerire il carico del serbatoio di Capodimonte, attualmente sottodimensionato rispetto alle reali esigenze della città.

La distribuzione geografica dei quartieri serviti rivela l’ampiezza dell’impatto di questa opera: l’opera andrà infatti ad integrare e alleggerire il carico del serbatoio di Capodimonte, attualmente insufficiente a garantire un’adeguata capacità di riserva per un’utenza estesa a numerosi quartieri di Napoli, tra cui Porto, Pendino, San Lorenzo, Vicaria, Mercato, Poggioreale, Chiaia, San Ferdinando, Barra e San Giovanni a Teduccio.

L’elencazione geografica disegna una mappa della Napoli contemporanea che abbraccia sia il centro storico con i suoi quartieri millenari come Porto, Pendino e San Lorenzo, sia le aree più moderne come Poggioreale e Barra: la varietà di questi territori, ciascuno con le proprie specificità urbanistiche e demografiche, sottolinea la complessità dell’operazione e l’importanza di una soluzione infrastrutturale capace di servire contesti così diversificati.

L’aspetto tecnico del progetto rivela una sofisticata opera di ingegneria che coniuga funzionalità, sostenibilità ambientale e integrazione urbana: l’impianto sarà costruito in un’area compresa tra Miano e Secondigliano, già individuata come idonea sotto il profilo ambientale e urbanistico.

La scelta della localizzazione non è casuale ma il risultato di studi approfonditi che hanno considerato molteplici fattori: l’impatto ambientale, l’integrazione nel tessuto urbano esistente, l’accessibilità per le operazioni di manutenzione e la vicinanza alle arterie principali della rete di distribuzione; la collocazione tra Miano e Secondigliano rappresenta un compromesso ottimale che massimizza l’efficienza operativa minimizzando l’impatto sulla qualità della vita dei residenti.

Una delle caratteristiche più innovative del progetto è la sua concezione sotterranea: sarà interrato per ridurre l’impatto visivo e collegato alla rete esistente tramite nuove condotte in ghisa sferoidale DN800 e DN600, per un totale di circa 9 km complessivi tra adduzione e distribuzione. La scelta progettuale risponde a una filosofia di integrazione urbana che riconosce l’importanza di preservare il paesaggio e limitare l’impatto visivo delle grandi infrastrutture: l’interramento del serbatoio rappresenta un esempio di come sia possibile coniugare necessità funzionali e rispetto per l’ambiente urbano, creando infrastrutture “invisibili” che servono la città senza deturparla.

La configurazione interna del serbatoio rappresenta un esempio di eccellenza ingegneristica contemporanea: il nuovo serbatoio sarà realizzato in cemento armato, composto da quattro vasche indipendenti e una camera di manovra attrezzata con apparecchiature moderne per la gestione e il controllo dei flussi.

La scelta di suddividere la capacità totale in quattro vasche indipendenti non è meramente tecnica ma strategica, in quanto garantisce una maggiore flessibilità operativa e una sicurezza superiore: in caso di necessità di manutenzione o di emergenza, sarà possibile isolare singole sezioni mantenendo operativo il resto dell’impianto, assicurando così la continuità del servizio anche durante gli interventi di manutenzione.

La camera di manovra rappresenta il cervello tecnologico dell’intera struttura, equipaggiata con le più moderne apparecchiature per la gestione e il controllo dei flussi: una centrale di controllo che permetterà una gestione ottimale delle risorse idriche, con la possibilità di monitorare in tempo reale le pressioni, i volumi e la qualità dell’acqua, garantendo standard elevati di efficienza e sicurezza.

Il progetto del serbatoio di Capodichino rappresenta molto più di un’opera infrastrutturale locale: costituisce un modello di eccellenza nella gestione delle risorse idriche che potrebbe ispirare interventi simili in altre realtà del Mezzogiorno: la capacità di combinare finanziamenti europei, progettazione avanzata e gestione pubblica efficiente dimostra che è possibile realizzare opere di grande impatto sociale ed economico anche nelle aree più complesse del Paese.

Il completamento del serbatoio di Capodichino segnerà l’inizio di una nuova era per la gestione idrica napoletana, caratterizzata da maggiore sicurezza, efficienza e sostenibilità: l’opera rappresenta un investimento nel futuro della città, una garanzia per le generazioni presenti e future che potranno contare su un servizio idrico all’altezza delle sfide contemporanee.