Per la sicurezza antincendio, una delle figure più delicate e controllate è quella del tecnico manutentore antincendio: colui che ha il compito, nei vari “presidi antincendio” (siglati P1, P2, … fino a P14), di garantire che impianti, dispositivi e sistemi siano mantenuti in efficienza e conformità alle norme vigenti.
Fino a oggi, per molti aspetti, il riconoscimento della qualifica di manutentore ha vissuto una fase transitoria, con certificazioni volontarie o attestazioni di idoneità tecnica rilasciate prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni. Con la recente attivazione di una piattaforma digitale, però, il processo verso la piena abilitazione va incontro a una svolta: non più solo procedure cartacee o gestioni locali, ma un sistema online che rende più trasparenti, tracciabili e standardizzati i passaggi per diventare tecnici antincendio qualificati.
A seguito della Circolare DCPREV prot. n. 14644 del 10 settembre 2025, la Direzione Centrale dei Vigili del Fuoco ha comunicato l’avvenuto completamento del sistema previsto dal D.M. 1° settembre 2021 (noto come Decreto Controlli) per la qualificazione dei tecnici manutentori antincendio, sancendo così l’attivazione della parte mancante: la sezione del portale che consente la richiesta online dell’esame e del rilascio dell’abilitazione.
Questa piattaforma si inserisce in un quadro di transizione normata, con scadenze precise: entro il 25 settembre 2026 dovrà chiudersi il regime transitorio e, da quel momento, l’attività di manutenzione sugli impianti antincendio potrà essere affidata solamente a chi possiede l’attestato di tecnico manutentore qualificato.
Per accedere alla procedura, l’aspirante tecnico manutentore deve entrare nel portale informatico tramite SPID o CIE e compilare il modulo online di richiesta d’esame: nel portale sono integrate funzioni utili, come la visualizzazione dello stato della pratica, accesso alla documentazione caricata, download degli attestati e dell’eventuale Nulla Osta Transitorio (NOT), pagamento delle tariffe previste tramite PagoPA o avviso di pagamento. Il sistema consente anche che la richiesta venga fatta da un delegato, a patto che sia presente l’anagrafica del candidato.
La piattaforma diventa l’ossatura del processo stesso, legando esame, abilitazione e iscrizione in un elenco pubblico dei manutentori qualificati; l’attestato rilasciato sarà dotato di QR-code, per facilitarne la verifica e la tracciabilità.
Per quanto riguarda l’esame, il tecnico aspirante può trovarsi davanti a due alternative: il “caso 1”, che prevede l’esame completo dopo aver frequentato un corso di formazione strutturato presso soggetti accreditati, oppure il “caso 2”, un esame ridotto riservato a chi già possiede, prima del 25 settembre 2022, specifici requisiti o attestazioni pregresse (incluse le certificazioni volontarie riconosciute). In questo modo, il meccanismo riconosce l’esperienza e le qualifiche pregresse che certi professionisti hanno acquisito in periodi meno regolamentati.
La domanda esame deve essere corredata da un pre-accordo con la sede d’esame prescelta, che viene allegato alla richiesta: una volta verificata la documentazione, la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco competente rilascia il NOT, che ha una validità transitoria fino all’esito dell’esame o fino al 25 settembre 2026; in caso di esito negativo o assenza del candidato, il NOT decade e bisogna presentare una nuova domanda.
Ora che la nuova piattaforma per il rilascio dell’abilitazione del tecnico manutentore antincendio è finalmente operativa (e con la proroga al 25 settembre 2026 che segna la fine del regime transitorio), per i professionisti del settore cambia tutto.
Non adeguarsi nei tempi non è un semplice ritardo burocratico: in primo luogo, chi continua a svolgere manutenzioni antincendio senza possedere il titolo qualificato rischia di operare in modo non conforme alla normativa. Dal 26 settembre 2026, infatti, solo chi è in possesso dell’attestato rilasciato in base al D.M. 1° settembre 2021 (come poi modificato) sarà in grado di operare legalmente: le imprese che affideranno interventi a soggetti non qualificati potrebbero trovarsi sotto la lente dell’autorità di vigilanza, incorrere in contestazioni o sanzioni o avere problemi con le assicurazioni in caso di incidente o danno.
Altro rischio è reputazionale: un cliente medio (azienda, ente, responsabile di sicurezza) sempre più sensibile alle normative vigenti potrà chiedere l’attestazione: il tecnico senza qualifica ufficiale potrà risultare “non abilitato” agli occhi dei committenti, perdendo incarichi anche se tecnicamente capace. Inoltre, l’inserimento in elenchi pubblici dei manutentori qualificati (previsto dalla procedura digitale) rende il sistema trasparente: chi non è presente nell’elenco sarà, per definizione, escluso dai ruoli riconosciuti.
La Circolare n.19631 del 3 dicembre 2024 chiarisce che l’attestato ha validità quinquennale e che, in caso di mancato aggiornamento (formazione periodica) entro il termine previsto, il tecnico perde temporaneamente la qualifica e viene sospeso dagli elenchi pubblici: ciò significa che anche chi fosse qualificato ma non curasse il mantenimento può ritrovarsi “disattivato”, con effetti pratici analoghi a quelli di un professionista non qualificato.
Dal punto di vista operativo, il non superamento dell’esame (il costo dell’esame è fissato in 116 euro più una marca da bollo da 16 euro e anche per il rilascio dell’attestato finale è previsto un bollo da 16 euro) o l’assenza nella sessione comporta la decadenza del nulla osta transitorio (NOT) e la necessità di effettuare nuovamente la domanda da zero: questo può generare ritardi operativi, conflitti contrattuali, costi aggiuntivi per chi ha progettato interventi dipendenti dalla manutenzione; inoltre, il NOT ha validità solo per un anno o, in ogni caso, fino al 25/09/2026, il che rende poco utile accumularne uno troppo in anticipo.
Infine, operare in assenza di titolo può esporre il tecnico e l’impresa a responsabilità civili e penali, specie se durante le manutenzioni si verificano incidenti, guasti gravi o danni a utenti o beni. In contesti antincendio, la sicurezza è tema sensibile: la normativa tende a privilegiare l’affidamento di compiti tecnici a soggetti certificati.
Chi si appresta a diventare manutentore antincendio dovrà quindi vivere una doppia fase: formarsi, prepararsi all’esame, interfacciarsi con il portale, provare a ottenere l’attestato e poi gestire il mantenimento della qualifica, soprattutto in vista di aggiornamenti futuri, rinnovi o verifiche.