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16.05.2025
Quando il divario si assottiglia: il governo italiano aumenta l’accisa sul gasolio e diminuisce quella sulla benzina

L’Italia ha ufficialmente avviato il percorso di riallineamento delle accise sui carburanti: dal 15 maggio 2025, l’imposta sul gasolio destinato ai veicoli privati è aumentata di 1,5 centesimi di euro al litro, mentre quella sulla benzina è stata ridotta dello stesso importo.

La manovra, sancita da un decreto interministeriale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 maggio, segna l’inizio di un quinquennio durante il quale le due aliquote si incontreranno a un valore comune, stimato intorno a 67 centesimi per litro.

L’obiettivo dichiarato è ridurre la forbice fiscale tra diesel e benzina, incoraggiando un uso più equilibrato dei due carburanti e semplificando il quadro normativo, ma le ricadute sui consumatori e sul mercato devono ancora essere misurate appieno.

Il governo italiano ha adottato il decreto dopo anni di sentito dibattito sul peso diverso delle accise, che finora hanno mantenuto una forbice di circa 11 centesimi tra benzina e diesel per motivi storici e di politica energetica. L’idea di base è allineare gradualmente le aliquote in un arco di cinque anni: ogni 12 mesi l’accisa sul diesel aumenterà di un importo compreso fra 1 e 1,5 centesimi di euro al litro, mentre quella sulla benzina scenderà della stessa cifra, fino a un punto di equilibrio stabilizzato intorno ai 67 centesimi per litro di entrambi i carburanti.

E’ un meccanismo che si inserisce in un più ampio quadro europeo di razionalizzazione delle accise sui carburanti, orientato anche verso una maggiore sostenibilità ambientale, benché la decisione finale spettasse alle autorità nazionali: l’accisa, imposta fissa che incide direttamente sul prezzo alla pompa, è stata finora uno strumento di politica economica e sociale, modulato per sostenere settori specifici come l’agricoltura o il trasporto pubblico, e in passato è stata oggetto di numerosi interventi straordinari per finanziare emergenze o investimenti statali.

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 14 maggio 2025, il provvedimento ha disposto che, a partire dalla mezzanotte del 15, l’accisa sul gasolio salga da 61,74 a 63,24 centesimi di euro per litro, mentre quella sulla benzina passi da 72,84 a 71,34 centesimi per litro, determinando un’aggiustamento di 1,5 centesimi in entrambe le direzioni.

La norma precisa che questo riallineamento riguarda esclusivamente i carburanti per veicoli privati: rimangono esclusi gasolio per usi agricoli, trasporto merci e trasporto passeggeri pubblico, i quali continueranno a beneficiare delle aliquote previste per usi speciali.

Inoltre, il testo stabilisce l’obbligo annuale per il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di monitorare e adeguare le aliquote entro l’intervallo previsto, con l’obiettivo di ridurre le differenze e semplificare la struttura fiscale nel medio termine.

Sul portafoglio degli automobilisti privati, l’aumento di 1,5 centesimi al litro sul gasolio si traduce in una spesa aggiuntiva di circa 1,5 euro ogni 100 litri, un’incidenza modesta ma simbolica, soprattutto per i diesel-dipendenti nelle regioni a maggiore consumo come il Nord Italia: al contrario, il risparmio analogo sulla benzina potrebbe incentivare un parziale riequilibrio delle vendite, con possibili effetti sui consumi e sulla domanda di carburante in tutto il Paese.

Il mercato petrolifero interno, caratterizzato da un prezzo alla pompa che comprende imposte, costi di raffinazione e margini di distribuzione, vedrà una leggera compressione della forbice tra i due carburanti, ridotta ora a circa 8 centesimi di accise nette: tale differenza è tuttavia solo uno degli elementi che determinano il prezzo finale, soggetto anche a oscillazioni mondiale del greggio e alle dinamiche di competitività dei distributori.

Il decreto definisce un percorso quinquennale di progressivo allineamento, al termine del quale diesel e benzina incideranno sul bilancio statale allo stesso modo, presumibilmente intorno a 67 centesimi per litro. Nei cinque anni successivi al 2025, l’accisa sul gasolio potrà pertanto crescere di un totale di 5,5 centesimi (1,1 centesimi medi annui), mentre quella sulla benzina calerà dello stesso ammontare, rendendo più neutrale il prelievo sui carburanti privati.

Questa gradualità vuole evitare shock per i consumatori e per i professionisti dell’autotrasporto, che possono comporre l’ultimo segmento della filiera a più alto impatto fiscale: resta da vedere come l’andamento dei prezzi internazionali, le politiche energetiche europee e le eventuali misure di sostegno locali incideranno sulla pratica applicazione di questo schema.

Solo il tempo potrà dire se questa strategia di riallineamento si rivelerà efficace nel promuovere comportamenti di consumo più equilibrati o se serviranno ulteriori strumenti di politica energetica per accompagnare la transizione verso modelli di mobilità più sostenibili.