03.11.2023
Il declino delle Torri Piezometriche nella pianura italianaLe torri idriche, un tempo onnipresenti nelle pianure italiane e spesso soprannominate torri d'acqua o più tecnicamente 'torri piezometriche', hanno per lungo tempo segnato il paesaggio. Queste strutture in cemento armato, opere emblematiche del potere pubblico, specialmente durante il Ventennio, sono state sia di cruciale utilità per la comunità che significative modificazioni visive del territorio. Tuttavia, la recente tendenza è verso un cambiamento storico, con la demolizione di molte di queste strutture a favore di alternative meno invasive, più efficienti e sicure. La strategia adottata non è uniforme: mentre Romagna Acque ha scelto di ristrutturare tali impianti, Hera ha deciso di procedere con la demolizione. Maria Rosa Curci, ingegnere presso il servizio 'Progettazione civile' di Heratech, che sovrintende alle demolizioni per Hera SpA, ha illustrato le motivazioni dietro la decisione di rimuovere i serbatoi pensili situati nella zona di Forlì. Ha chiarito che queste costruzioni, non più operative e non conformi alle normative vigenti, sarebbero state troppo onerose da riportare a codice, specialmente considerando l'altezza notevole di alcuni, che raggiunge i 40 metri. Dal 2017, Heratech ha iniziato le operazioni di demolizione, eliminando quattro dei sei serbatoi di loro proprietà, con i due rimanenti ancora in piedi. Per i serbatoi costruiti circa 70 anni fa, l'autorizzazione è stata concessa dalla Soprintendenza competente. Quanto all'utilizzo futuro dei terreni liberati, varia a seconda del contesto: alcune aree possono trasformarsi in parcheggi, zone verdi o aree dedicate al tempo libero dei cani. Per quanto riguarda le metodologie di abbattimento, il team di Curci ha abbandonato l'uso di esplosivi, che sono ritenuti troppo impattanti e produttori di polvere. Preferiscono ora una tecnica meno invasiva che consiste nel sezionare la struttura 'come un salame', spesso adottando grandi teli per contenere la polvere, soprattutto quando i serbatoi si trovano vicino a scuole o abitazioni. L'ultimo uso di esplosivi è stato registrato nel 2017. Infine, riguardo alla possibilità di riconvertire queste strutture come avvenuto in altri contesti internazionali, Curci ha spiegato che le caratteristiche tecniche e funzionali dei serbatoi in Italia non si prestano a un riuso alternativo.