24.10.2025
Equiparazione immediata delle accise carburanti con la legge di Bilancio 2026: cosa cambia per benzina e diesel dal 1° gennaio

A partire dal 1° gennaio 2026, sarà operativa una nuova disciplina delle accise sui carburanti che annulla la differenza storica fra la tassazione della benzina e quella del gasolio per autotrazione: il governo ha deciso di porre fine al percorso graduale che era stato stabilito e di attivare immediatamente l’allineamento delle aliquote. Dal primo gennaio 2026, insomma, per chi si mette al volante di un’auto a gasolio ci sarà una sorpresa meno piacevole del solito alla pompa.

In termini normativi, la misura è contenuta nell’articolo 30 della legge di bilancio che modifica l’articolo 3 del decreto legislativo n. 43 del 28 marzo 2025: il processo di allineamento, che originariamente avrebbe dovuto concludersi entro il 2030, viene anticipato al 2026. In sostanza, la tassazione per litro sui due carburanti sarà identica: si parla di circa 67,29 centesimi di euro per litro per entrambi, una volta applicata la riduzione sulla benzina e l’aumento sul gasolio.

Dal punto di vista tecnico-fiscale, ciò significa che viene eliminata la differenza di aliquota che finora favoriva il gasolio: fino ad oggi la benzina era soggetta a un’accisa pari a 71,34 cent/l e il gasolio a 63,24 cent/l. Con la riforma, la benzina vedrà una riduzione di 4,05 cent/l e il gasolio subirà un aumento di pari entità.

Con la equiparazione immediata, il gasolio perde la sua marginale convenienza fiscale rispetto alla benzina; in prospettiva è anche previsto che il prezzo alla pompa del diesel possa superare quello della “verde”: studi stimano che, prendendo come riferimento i prezzi medi registrati recentemente, il pieno di un’auto a gasolio potrebbe costare leggermente più di quello di un’auto a benzina.

Per gli automobilisti che usano auto diesel la novità comporta un aumento immediato di 4,05 cent/lt sull’accisa, al quale va aggiunta l’IVA al 22%: facendo due conti, se un pieno di gasolio è di 50 litri, l’aumento stimato può arrivare a circa 2,47 euro in più rispetto a oggi; su base annua, considerando due pieni al mese, l’esborso aggiuntivo medio potrebbe aggirarsi sui 59,3 euro per vettura. Se poi si tiene conto del precedente incremento di 1,5 cent/l + IVA avvenuto lo scorso maggio, l’incremento totale stimato potrebbe arrivare a 81,1 euro all’anno.

Dal lato delle entrate pubbliche, la scelta è giustificata come un intervento sia di politica ambientale (nel senso della rimozione di un “sussidio ambientalmente dannoso” al gasolio) sia di finanza pubblica, dato che il consumo di diesel è significativamente maggiore rispetto alla benzina in Italia. Quindi, l’operazione appare decisamente conveniente per le casse pubbliche: considerando che nel 2024 in Italia sono stati venduti 28,8 miliardi di litri di diesel e 12,3 miliardi di litri di benzina, il possibile gettito extra è stato stimato intorno ai 650 milioni di euro.

Va anche considerato un effetto a cascata sulla catena economica, poiché molti trasporti su gomma utilizzano diesel e l’aumento del prezzo del gasolio potrebbe riflettersi in costi maggiori per il trasporto merci, e dunque per i beni di largo consumo. Ciò suggerisce che l’impatto sarà diretto per gli automobilisti diesel, ma potrà avere effetti più generali e indiretti sul costo della vita.

È importante, infine, sottolineare che l’aumento non riguarderà tutti i consumi di gasolio: restano escluse le agevolazioni per il gasolio utilizzato in alcuni impieghi professionali e agricoli (come indicato ai numeri 5 e 9 della Tabella A allegata al T.U. delle accise).